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“Io non parto mai con l’idea di voler dimostrare una tesi precostituita. Sono prudente quando si tratta di lavorare intorno ad un tema specifico, soprattutto in una terra straniera, perché c’è il pericolo di vedere solo quello che si vuole vedere. Mi piace conservare, invece, un approccio intuitivo, imparare a muovermi con una mente aperta. Poi se tutto va bene, il lavoro si sviluppa naturalmente, con il proprio ritmo”.

Mark Power è uno dei fotografi documentaristi più rispettati e celebrati di oggi.

Intraprendendo spesso lavori a lungo termine, per quasi quattro decenni ha esplorato tutto, dalla caduta del muro di Berlino, dalla costruzione del Millennium Dome a l’Airbus A380 (il più grande aereo passeggeri mai costruito), alla trasformazione della Polonia nel corso dei suoi primi cinque anni come membro dell’Unione Europea e molto altro ancora.

Mark Power è uno dei fotografi documentaristi più celebrati della storia recente.

Ha pubblicato quattordici libri, tra cui l’acclamato The Shipping Forecast (1996), 26 Different Endings (2007), The Sound of Two Songs (2010), Good Morning America (Volume I) e Good Morning America (Volume II). , ed è membro di Magnum Photos dal 2002

Mark Power
Mark Power

Durante la scuola d’arte passava il tempo a disegnare a carboncino o a matita. Ma un giorno, durante l’ultima parte del terzo anno, ha visitato due mostre abbastanza diverse. La prima fu un importante spettacolo di Mark Rothko.

Sapeva come osservare queste particolari opere di Rothko che era un artista inquieto e depresso che voleva rappresentare con le sue opere il senso tragico della vita e le emozioni dell’essere umano.

Rothko
© Mark Rothko

Successivamente si trovò a visitare la mostra di Don McCullin, uno dei due soli fotografi di cui aveva sentito parlare in quel momento (l’altro era Bill Brandt).

Don McCullin
© Don McCullin

Alla mostra di McCullin si ritrovò da solo in una stanza con una donna di mezza età che era chiaramente e profondamente colpita dai quadri alle pareti tanto da piangere.

Capì che per trarre pieno valore da un dipinto occorreva avere una certa educazione, mentre la fotografia sembrava comunicare in modo più diretto. Probabilmente proprio in quel momento il seme della fotografia iniziarono ad attecchire in lui.

Terminati gli studi di alla facoltà di  Arte e Architettura al Brighton Polytechnic nel 1981, iniziò a viaggiare attraverso il sud-est asiatico e l’Australia (1981-83) portando con se un album da disegno e una semplice macchina fotografica. Non passò molto tempo prima che si rese conto che la fotografia gli piaceva molto di più del disegno. 

All’inizio si fa largo in lui la convinzione che fotografare fosse decisamente più semplice di qualsiasi forma d’arte ma man mano che la sua carriera iniziava a prendere forma imparò che fotografare era altrettanto difficile soprattutto per uno come lui che si poneva grandi aspettative. 

Il suo primo lavoro commissionato

Il primo lavoro importante gli venne commissionato  dalla Childrens Society, la terza organizzazione di beneficenza più grande della Gran Bretagna a sostegno dei giovani.

Il suo compito era mostrare com’era crescere in parti specifiche della Gran Bretagna – in particolare le aree delle Midlands e del nord – che erano state più colpite durante gli anni del governo Thatcher.

Presentata come una serie di cartelloni pubblicitari in tutto il Regno Unito, è stata la prima campagna di beneficenza in Gran Bretagna a utilizzare situazioni reali – senza modelle, senza trucco, senza ritocchi sancendo l’inizio di un lavoro di cinque anni con il settore della beneficenza britannico.

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The Children Society Photographer © Mark Power

Cade il muro di Berlino

Gli anni che seguirono vedevano l’Europa pervasa da un aria di cambiamento dopo la lunga guerra fredda che ne aveva condizionato il dopo guerra. Il 9 novembre 1989 l’apice di questo fermento culminava con la caduta del  muro di Berlino.  La Germania dell’Est e quella dell’Ovest potevano finalmente iniziare il processo di riunificazione della Germania.

Mark Power con i suoi scatti ci regala non solo la concitazione di quei momenti ma la felicità dei berlinesi per troppi anni separati da un muro, il loro stupore nel vedere come in quasi 30 anni il muro  avesse portato ad avere due società assolutamente diverse. 

Caduta del muro di berlinoCaduta del muro di berlino
Le guardie di frontiera di Berlino Ovest si fanno da parte per accogliere i berlinesi dell’est che attraversano l’ovest, subito dopo l’apertura del muro di Berlino al Checkpoint Charlie, mezzanotte, 9 novembre 1989
© Mark Power – Magnum Photo

Per il fotografo Inglese fu l’occasione di entrare in contatto con la cultura dell’est Europa e negli anni successivi, per conto di Magnum, viaggio in Polonia con l’incarico di fotografare la società polacca appena entrata nell’UE.

Fu amore a prima vista tanto che porto il fotografo a tornare in Polonia per 6 anni consecutivi con oltre 20 viaggi raccolti nel volume The sound of two Songs 

The sound of two songs
The sound of two songs – Un’indagine più soggettiva e autobiografica che l’autore realizza nel corso di sei anni.
© Mark Power
LA SCELTA DEL MEDIO FORMATO

All’inizio della carriera ha iniziato utilizzando macchine  35mm, prima di passare al medio formato per il progetto The Shipping Forecast (1992-1996), progetto che si ispirava ai bollettini marittimi meteorologici diffusi ogni giorno dalla BBC.

Per chi era in procinto di prendere il mare, la previsione significava la differenza tra la vita e la morte, ma per milioni di ascoltatori della radio il linguaggio enigmatico della previsione era qualcosa di più. Power, attraverso i suoi scatti, ha rappresentato i paesaggi di fantasia che lui stesso aveva ricreato seguendo il ritmo delle  previsioni metereologiche

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The Shipping Forecast © Mark Power

Osannato dalla critica, il libro conquistò diversi premi prestigiosi: il premio fotografico Yann Geffroy (Italia), il Mosaique European Photography Award (Lussemburgo) ed il premio speciale della giuria Oskar Barnack Award (Germania).

Nel 1998, ho comprato la mia prima fotocamera di grande formato, o “5×4”, che ho usato per documentare la costruzione del Millennium Dome.

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Millennium Dome © Mark Power

Ispirato dall’evento mondiale del nuovo millennio, e sostenuto dal neonato governo Blair , il Dome at Greenwich è stato un progetto di costruzione britannico senza precedenti. Un cantiere in cui i record sono stati battuti uno dopo l’altro, un’impresa ingegneristica da capogiro.

La sovrastruttura è una testimonianza notevole della genesi della Cupola fino al giorno in cui è stata aperta al pubblico, il 1 gennaio 2000 anche se in molti sostengono che al di la dei record la struttura è stata un fallimento già a partire dall’inaugurazione e da un numero di visitatori ben al di sotto dei 12 milioni stimati tanto che nel 2007 è stata convertita nella 02 Arena, un’area per eventi e concerti. 

Al fotografo Mark Power è stato concesso l’accesso privilegiato al sito dalla New Millennium Experience Company. Ha visitato la penisola di North Greenwich  in oltre cento occasioni fotografandone i progressi.

La Cupola che ritrae è un monumento all’impegno umano, una sfida di proporzioni epiche realizzata in un luogo ormai abbandonato da anni (una fabbrica di gas che aveva inquinato i terreni con arsenico e mercurio) in cui componenti architettonici colossali e macchinari giganteschi sono stati utilizzati in un lavoro di squadra altamente coreografico.

Le sue fotografie sono volutamente prive di persone proprio per rendere omaggio al lavoro di squadra e non privilegiando il lavoro dei singoli individui. 

Millennium Dome - O2 Arena
Millennium Dome – O2 Arena.jpg

La scoperta del grande formato lo aveva condotto ad osservare con attenzione la fotografia; c’era qualcosa nel modo in cui veniva reso lo spazio che lo attraeva.

Una volta passato al formato 5″x4″ è stato talmente assorbito che non ha più pensato di tornare indietro. Il processo lento, profondamente contemplativo e preciso che richiede questo formato,  si adatta alla sua personalità.

I movimenti su una fotocamera di grande formato consentono ad un fotografo di replicare da vicino il modo in cui vediamo effettivamente il mondo; le linee verticali possono essere mantenute dritte (cosa che il nostro cervello fa per istinto), si ottiene un maggiore senso di profondità e c’è una “realtà” nelle immagini che sente più naturale.

Anche il passaggio al colore è avvenuto più o meno nello stesso periodo; in costruzione, il Millennium Dome sembrava così folle, complesso e surreale che avevo bisogno del colore per descrivere meglio cosa stesse succedendo. 

Airbus 380

La costruzione dell’Airbus A380, il più grande aereo passeggeri mai costruito, è stata fotografata per un periodo lungo tre anni dal 2003 al 2006. Per Mark Power, probabilmente per la sua scelta di utilizzare  il grande formato, scattare a strutture molto grandi è una sfida alla quale non si può sottrarre.

A causa delle sue dimensioni straordinarie, Airbus ha dovuto prima costruire l’infrastruttura: l’edificio per ospitare la linea di assemblaggio finale, modifiche alle fabbriche in tutta Europa e la logistica di una vasta rete di trasporti, tra cui una nave appositamente costruita, realizzata a Shanghai.

Dalla costruzione della Linea di Montaggio Finale (FAL) a Tolosa alle numerose fabbriche in tutta Europa, ognuna delle quali produce parti specifiche dell’aereo.  Il complicato trasporto e la logistica per far arrivare le parti a Tolosa e finlmnte il montggio finale.

Non poteva mancare la documentazione fotogrfaica del suo primo volo, le apparizioni ai vari Airshow e infine, il ‘Cold Test’ nel Canada Artico.

A380 - Mark Power
Airbus A380 © Mark Power

Good Morning America

All’inizio degli anni 2010 è stato chiamato a far parte del team “Postcards from America“, un piccolo gruppo di fotografi Magnum che cercavano nuovi modi per  dare  alla fotografia documentaristica una nuova veste rispetto alle piattaforme tradizionali come le riviste, che avevano iniziato il loro lento ma inesorabile declino.

Il lavoro  svolto in America durante i tre viaggi “Postcards” ha ricevuto un notevole sostegno dai colleghi, cosi che  quando l’iniziativa “Postcards” è terminata nel 2015 ha deciso di continuare con il progetto in modo indipendente, Durante il suo primo viaggio – in Florida nel 2012 – Obama stava per essere eletto per un secondo mandato.

Successivamente, mentre si trovava a viaggiare  nell’America centrale, ha avvertito un aumento della pressione esercitata dalle idee di destra nella politica americana fino all’arrivo di Trump che non ha fatto altro che  incarnare quelle pressioni fino a diventare il nuovo presidente. 

Da allora il mondo è cambiato fino ad arrivare ad oggi  con la pandemia, l’ascesa  del movimento BlackLivesMatter e elezione di un nuovo presidente. Tutto questo accade mentre l’America si sforza di proteggere il suo ruolo nel mondo come la più grande di tutte le superpotenze.

Power sa perfettamente che gli Stati Uniti sono stati molto fotografati nell’ultimo secolo. Tuttavia è fortemente convinto che una persona che viene da fuori, abbia un punto di vista leggermente diverso rispetto a chi ha vissuto l’esperienza americana fin da piccolo.

Un punto di vista non necessariamente migliore o per assurdo più facile da raccontare ma sostanzialmente diversa, tanto da spingerlo in questo lunghissimo viaggio che lo ha portato a raccogliere il suo lavoro in una serie di cinque volumi. 

Mark Power - Good Morning America
Good Morning America – © Mark Power

Tutti i progetti di Mark Power sono elencati sul suo sito web che potete trovare qui

Maximiliano Fagioli

Maximiliano Fagioli

Fotografo

Fondatore e docente di Corsi di Fotografia, da circa 10 anni si occupa di formazione nel campo della fotografia con all’attivo più di 30 corsi con oltre 500 studenti. Ritrattista e fotografo di matrimonio fa della fotografia un prezioso strumento artistico e di comunicazione.