Ansel Adams è stato uno dei maestri della fotografia del XX secolo, uno dei padri fondatori della fotografia paesaggistica.
Parlando di fotografia di paesaggio la prima cosa che ci viene in mente è molto probabilmente un panorama ricco di colori dove poter perdere lo sguardo. Eppure questo genere fotografico deve la sua esistenza a chi ha per anni li ha fotografati raggiungendo una maestria assoluta.
Ansel Adams uno dei più grandi paesaggisti di tutti i tempi.
Nella sua straordinaria e lunghissima carriera ha sempre scattato in bianco e nero, senza mai cedere alle lusinghe del colore anche quando la tecnologia lo rendeva possibile.
Ansel Adams nasce a San Francisco nel 1902 e fin da subito si è distinto per il suo smisurato amore per la natura.
“Il mondo intero è per me molto “vivo” – tutte le piccole cose che crescono, perfino le rocce. Non riesco a guardare crescere un po’ d’erba e di terra, per esempio, senza percepire la vita essenziale, le cose che si muovono con loro. Lo stesso vale per una montagna, o un tratto di mare, o un magnifico pezzo di legno vecchio”.
La stessa natura che già da bambino gli aveva manifestato la sua forza con il terribile terremoto del 1906. Durante questo evento, il piccolo Ansel cadde e si ruppe il naso che rimarrà deformato per sempre.
A 14 anni visita il Yosemite National Park, ricevendo una Kodak Brownie per poter fotografare i paesaggi. Fu questo il suo inizio concreto, la scintilla che fece scoccare tutto. La passione per i paesaggi e la natura saranno un fil rouge di tutta la sua carriera fotografica rigorosamente in bianco e nero.
Il giovane Ansel non era uno studente provetto e per un periodo seguì un corso di pianoforte ma dopo 3 anni decise di interrompere. In quegli anni l’epidemia di febbre spagnola stava decimando il mondo e anche lui ne rimase colpito ma riuscì a superarla.
Nonostante la giovanissima età aveva già potuto toccare come la vita possa essere veramente difficile e molto probabilmente condiziono molto il suo carattere. Decise di iscriversi al Sierra Club, un’organizzazione ambientalista che organizza annuali gite per i propri soci, occasione in cui Ansel Adams scatterà moltissime fotografie che gli permetteranno di migliorare la propria tecnica.
Nel 1926 conosce Albert Bender, amico e finanziatore del suo primo progetto “Parmelian Prints of the High Sierra“, che gli permetterà di guadagnare i suoi primi 4000 dollari. Il mood di queste foto è un approccio delicato, quasi pittoresco, in cui Ansel Adams si introduce a piccoli passi in un contesto naturale e mai stravolto.
Il successo e la qualità del suo lavoro non passo di certo inosservato e dopo pochi anni divenne il fotografo ufficiale del gruppo del Sierra Club. Il rapporto con questa organizzazione durerà per tutta la vita anche quando le sue fotografie lo avevano reso un fotografo apprezzato a livello mondiale, e in diverse occasione continuò la sua militanza con capo organizzatore durante le numerose gite.
Nasce il club f/64
Nel 1932 viene fondato, in California, un gruppo di fotografi, i quali si schierarono a favore di una fotografia caratterizzata dalla massima profondità di campo e accuratezza dei dettagli.
Imogen Cunningham, John Paul Edwards, Sonya Noskowiak, Henry Swift, Willard van Dyke ed Edward Weston costituirono con Ansel Adams il gruppo f.64.
La lettera f indica il diaframma, mentre il numero 64 l’apertura del diaframma con la massima profondità di campo.
Durante una mostra al M.H. De Young Memorial Museum di San Francisco, i componenti del Gruppo f/64 pubblicano il loro manifesto artistico: l’obiettivo è una fotografia pura, dove per «pura» si intende «possessing no qualities of technique, composition or idea, derivative of any other art form» (in possesso di nessun tipo di tecnica, composizione o idea derivante da altra altra forma d’arte).
In poche parole, questo gruppo si definiva indipendente dalla pittura e dalla scultura, prendendo le distanze dal pittorialismo, un movimento sviluppatosi negli ultimi decenni del XIX secolo che, volendo elevare la fotografia al rango delle altre arti figurative, ne imitava le sembianze con diverse modalità, come ad esempio l’uso di obiettivi soft-focus per ridurre i contrasti e quindi conferire all’immagine maggiore morbidezza.
I grandi cambiamenti a cui doveva far fronte la società americana, come per esempio la grande depressione del ’29, dovevano essere documentati con tecniche che non potevano richiamare la pittura e i suoi canoni. La fotografia si candidava autorevolmente cosi a prenderne il posto raccontando al meglio ciò che accadeva.
“I membri del Gruppo f/64 sostengono che la fotografia, essendo una forma d’arte, debba svilupparsi lungo le linee definite dall’attualità e dalle limitazioni del mezzo fotografico, e sempre rimanere indipendente dalle convenzioni ideologiche dell’arte e dell’estetica che ricordano un periodo e una cultura anteriore alla nascita del mezzo stesso».
(dal manifesto del Gruppo f/64, 1932)
Il nome del gruppo, f/64, sta ad indicare chiaramente la massima chiusura del diaframma che consente una notevole profondità di campo cosi che il panorama fotografato risulti completamente nitido.
L’opera del fotografo americano proseguiva su due binari paralleli: quello della pura tecnica fotografica e quello della comunicazione.
Il sistema zonale
Una delle intuizioni più geniali della fotografia è stata proprio quella messa a punto da Ansel Adams. L’idea alla base di quello che poi venne definito sistema zonale e che ancora oggi, nell’era del digitale, trova applicazione (nonostante in tanti pensano che le moderne fotocamere ne possono fare tranquillamente a meno) è un sistema del calcolo dell’esposizione che spinge lo stesso Adams a realizzare delle fotografie in bianco e nero a dir poco perfette.
In poche parole il sistema zonale prevede la suddivisione della scena in 10 zone. La zona 1 corrisponde ai neri, quindi alle parti più scure del fotogramma, mentre la zona 10 ai bianchi, la zona più chiara del fotogramma, proprio come è possibile notare nell’istogramma di una fotografia.
La zona mediana, ossia la numero 5, è la zona ottimale per prendere una corretta esposizione.
In ogni sua fotografia è possibile notare che ogni elemento è perfettamente a fuoco e rappresentata grazie alla scala di grigi, anche se si era scoperto che qualche scatto a colori l’aveva fatto.
La comunicazione
Ansel Adams come molti dei fotografi del 900 ha saputo portare la sua fotografia ad un livello superiore tanto da diventare il mezzo attraverso il quale si è potuto prendere coscienza di ciò che andasse tutelato e preservato dall’attività dell’uomo.
L’occhio attento di Ansel Adams durante le escursioni del Sierra Club permisero di portare alla luce alcune problematiche legate all’ambiente dal turismo di massa, edilizia aggressiva
Nel corso degli anni, le fotografie scattate da Ansel Adams durante le escursioni del Sierra Club divennero un’importante sponsorizzazione per portare luce su alcune problematiche legate all’ambiente: il turismo di massa, la commercializzazione, l’edilizia aggressiva. L’occhio empatico di Adams si adagiava sui panorami restituendone fotografie vere e senza filtri. Ansel Adams era un pioniere della wilderness americana, la natura selvaggia che dominava incontrastata ma che è minata dall’azione distruttiva dell’uomo. La missione di questo fotografo non era, quindi, scattare foto al degrado causato dalla (in)civiltà quanto quello di magnificare la bellezza di quella natura così perfetta e struggente.
Mostre e insegnamento
Nel 1933 apre una sua galleria nella Bay Area: la Ansel Adams Photograph and Art Gallery, mentre nel 1940 grazie al suo impegno contribui alla nascita del Dipartimento di Fotografia del MoMa di New York con la collaborazione di Beaumont Newhall e di David Mc Alpin.
Nel 1946 si dedica all’insegnamento, fondando l’istituto di fotografia all’interno della California School of Fine Arts di San Francisco.
Adams è tra i fondatori di una delle riviste più note della storia della fotografia. Minor White, Dorothea Lange e Newhall, nel 1952, fondarono la rivista “Aperture” con Ansel Adams.
Nel 1962 decide di vivere nelle Carmel Highlands dove mori’ morì di una malattia cardiovascolare il 22 aprile 1984, all’età di 82 anni. Nello stesso anno L’American Board of Geographic Names ha dedicato a Ansel Adams una delle più alte vette della Yosemite National Park, la riserva all’interno della quale lo stesso fotografo svolse una gran parte del proprio lavoro. La geografia statunitense comprende ora anche l’Ansel Adams Mount, testimonianza eterna del suo grande impegno e amore in difesa della natura.
Libri
ANSEL ADAMS’ 400 PHOTOGRAPHS
Come si evince dal titolo il volume è composto di 400 fotografie di Ansel Adams. Si tratta di scatti di paesaggi inserite all’interno del libro in ordine cronologico attraverso i cinque periodi che hanno portato Ansel Adams a crescere professionalmente.
Di tutte le fotografie scattate dal fotografo americano sono state selezionate le più importanti e le più significative. Dalla sua prima fotografia del 1916 (scattata quando Adams aveva soli 14 anni!) e la sua ultima scattata nel 1968. Parliamo rispettivamente della fotografia delle montagne della Sierra Nevada, scattata nel Parco Nazionale di Yosemite con la sua prima macchina fotografica, la Kodak Brownie; e la fotografia dell’Eagle Peak e del Middle Brother, sempre nella valle Yosemite, in California: un cerchio che si chiude.
IL NEGATIVO
Questo volume ha svelato ai fotografi la famosa tecnica del “sistema zonale” e il concetto di visualizzazione. “Il negativo” spiega come esporre e sviluppare i film negativi in modo creativo.
Anche se oggi si lavora in digitale, quindi non sullo stesso supporto di Adams, questo libro offre al fotografo un metodo applicabile ancora oggi, per quanto riguarda l’esposizione, con le dovute considerazioni e modifiche. Nel libro viene illustrato con esempi e disegni, come e quando utilizzare i diversi tipi di pellicola, ma sopratutto si parla di esposizione e metodi di sviluppo in camera oscura.
LA FOTOCAMERA
Libro del 1989 per consentire al foto-amatore di conoscere tutte le componenti della fotocamera come ad esempio le lenti, l’otturatore e l’esposimetro.
Questo libro a contribuito a far giungere la fotografia ad un pubblico sempre più vasto riducendo così l’esclusività di questa professione, appartenente fino a quel momento ai fotografi retribuiti. All’interno del manuale vengono descritti vari tipi di macchina fotografica, ne elenca pregi e difetti, le mette a confronto, consiglia la macchina fotografica più adatta ad ogni tipologia di fotografo.
Dal libro si evince soprattutto il suo consiglio ad uscire di casa e provare sul campo, fotografare e fotografare, anche sbagliando. Proprio da quegli errori si impara un po’ come ha fatto lui iniziando da bambino fotografando in quello che poi è diventato lo Yosemithe
LA STAMPA
“La stampa” è un manuale realizzato nel 1988 che spiega passo passo ogni aspetto riguardante la stampa fotografica, dalla camera oscura al foto-ritocco. Anche se abbastanza vecchio, viene utilizzato ancora oggi da molti fotografi. Questo manuale è particolarmente famoso perché al suo interno è spiegato nei minimi dettagli il sistema zonale.
Il manuale illustra il modo in cui Ansel Adams realizzava la stampa delle sue fotografie nella camera oscura e sono indicate in modo dettagliato le varie scelte che egli adottava per la realizzazione delle foto.
LA FOTOGRAFIA DI ANSEL ADAMS. EDIZIONE ILLUSTRATA
Questa è un’edizione particolare, in quanto contiene una serie di opere (conservate all’interno di un pratico ed elegante cofanetto) dedicata ai fotografi e alla loro passione, precisamente sono tre le opere di Adams qui raccolte:
La Stampa, Il Negativo e La Fotocamera. All’interno de “La fotografia” troverete molteplici consigli su come realizzare delle bellissime fotografie in bianco e nero, la firma di tutte le fotografie di Adams.
Ai più giovani potrebbe sembrare un’opera ormai datata, ma è invece molto attuale. Tali consigli possono infatti perfettamente essere messi in pratica anche nei tempi odierni, anche per chi usa la fotografia digitale.
ANSEL ADAMS. LA SUA AUTOBIOGRAFIA
L’autobiografia di Adams può essere definita sia commovente che interessante. Una vita, quella di Ansel Adams, che ha ispirato e continua ad ispirare tantissimi fotografi, professionisti e non, a seguire le sue orme e a utilizzare le sue tecniche, ma anche a intraprendere la propria strada verso l’arte fotografica.
Il libro ripercorre l’intera vita di Adams, da quando era ancora un musicista fino a quando diviene un fotografo professionista e uno stampatore di eccellenza, passando attraverso al suo impegno ecologico e politico; Adams infatti sfruttò la fotografia anche per sensibilizzare su temi come le minacce all’ambiente e le condizioni di vita degli internati giapponesi-americani nei campi di concentramento statunitensi durante la seconda guerra mondiale.
Maximiliano Fagioli
Fotografo
Fondatore e docente di Corsi di Fotografia, da circa 10 anni si occupa di formazione nel campo della fotografia con all’attivo più di 30 corsi con oltre 500 studenti. Ritrattista e fotografo di matrimonio fa della fotografia un prezioso strumento artistico e di comunicazione.